Le emozioni sono luoghi del ricordo, dove vivono sensazioni, colori, profumi. Ripensare ai due giorni trascorsi in Francia insieme a Ruinart riaccende tutto questo: un dedalo di meraviglie. Ottobre e un cielo ostinatamente blu, siamo arrivate a Reims dove Maison Ruinart ci ha accolte nello storico palazzo di Rue de Crayères con un pranzo speciale, preparato apposta per noi dallo chef Philippe Mille, due stelle Michelin e Meilleur Ouvrier de France 2011. Prima del pranzo, una sorpresa: Petit R, l’esperienza totale che ha visto il tavolo trasformarsi in una tela animata dove le illustrazioni dell’artista giapponese Kanako Kuno hanno preso vita su piatti, bicchieri e calici, ma anche sulle pareti per raccontare in modo suggestivo, avvolgente e unico la storia e l’eredità della maison di champagne più antica di Francia.
Alla scoperta della più antica Maison di Champagne
Dicevo che nel ricordo vivono le sensazioni e i colori, come le sfumature dorate dei diversi champagne e il loro sapore ad ogni assaggio differente e in armonia perfetta con i piatti preparati dallo chef. Dopo il pranzo, siamo state accompagnate in un viaggio virtuale attraverso il tempo e in un viaggio invece reale che ci ha permesso di scoprire i luoghi della Maison Ruinart dove lo champagne tradizionalmente viene custodito.
Un pomeriggio nelle cantine dove riposa lo Champagne
Maison Ruinart nasce il primo settembre 1729 grazie a Nicolas Ruinart, ma sarà Claude ad acquistare le cantine, alcuni decenni più tardi. Claude Ruinart è infatti il primo ad utilizzare le crayères, cave di gesso di epoca romana dichiarate recentemente Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. A Reims ce ne sono 1000, Ruinart ne utilizza 24 per un totale di 8 km di lunghezza con pozzi naturali che raggiungono anche i 38 metri di profondità. Il luogo ideale per la fermentazione e l’invecchiamento dello champagne, ma anche una scenografia naturale maestosa e impressionante.
Ritorno a Parigi
Da Reims a Parigi il viaggio è breve e costellato di prati di un verde brillante, arrivate in città la giornata è pressoché finita, giusto il tempo di una cena al ristorante Victoria e ancora un ultimo brindisi con Ruinart.
È un ottobre clemente che ci permette di godere a pieno de l’art de vivre francese: un po’ di shopping al Marais, due passi al Giardino delle Tuileries e la leggerezza di perdersi tra cliché poetici e meravigliosi, come un piatto di fragole accompagnate da un calice di Blanc de Blancs all’ombra del Louvre, mentre un cielo blu carico di nuvole bianche incornicia la Tour Eiffel.
Una visita speciale al FIAC
L’ultima sorpresa di questi due giorni è una visita alla FIAC (Foire International d’art Contemporain) al Grand Palais. Da anni infatti Ruinart collabora con importanti artisti internazionali per condividere attraverso l’arte i propri valori e per raccontare in maniera visiva e universale la sua immensa eredità. Maison Ruinart è nata in pieno periodo illuminista, così la “missione” di ottenebrare l’ignoranza attraverso la luce dell’arte e della cultura continua a essere un valore fondante della Maison.
Abbiamo avuto la possibilità di ammirare l’opera dello scultore spagnolo Jaume Plensa, dedicata a Dom Thiery Ruinart, zio di Nicolas e uomo di grande cultura, conoscitore del mondo e dei suoi popoli. In linea con la visione di Plensa di un mondo “unito” dove le diversità sono solo apparenti, l’opera che rappresenta Dom Ruinart, realizzata in acciaio inossidabile, è un uomo solido, ancorato alla terra e alla sua storia, inscalfibile al tempo; il corpo umano è costituito da elementi del linguaggio, quindi da lettere e segni provenienti da otto diversi alfabeti. Come a suggerire che è la diversità a costituire la bellezza, a completare l’essere. Una visione che sposa i principi della Maison e che porta avanti un incoraggiamento universale, quello della cultura e dell’arte come indispensabili motori di connessione tra gli esseri umani.
Articolo a cura di Francesca Laureri